|
|
Scampato a ben due
naufragi nel mezzo di battaglie navali grazie solamente alla sua abilità
di nuotatore e a una tempra davvero d'acciaio, sotto il tiro indistinto ora
del nemico, ora da quello amico, padre da pochi giorni,
abbandonati i mandorli già in fiore del Dodecaneso per gelide
destinazioni continentali, lasciati gli abissi marini per cime
innevate, da marinaio ad alpino, come molti altri affronta
tragiche peripezie e prove inenarrabili attraversando i Balcani e l'Europa
per ricongiungersi, ormai verso la fine della guerra, alla famiglia e alla
figlia ormai grandicella, nuovo Ulisse nella natia Val Padana.
|
E' per lui il
momento per cercare di realizzare concretamente gli ideali in cui crede e
dopo frequenti trasferimenti tra Rubiera, Passo del Cerreto, Sottomarina,
intraprende definitivamente l'attività di insegnante e in un periodo in
cui un certo tradizionalismo limitava ancora pesantemente i tentativi di
innovazione, si distingue in un progressista esperimento pedagogico di
didattica itinerante (peraltro in uso nell'antica Grecia classica) presso
la scuola all'aperto Daniele Manin nell'isola della Giudecca, a Venezia.
|
|
Purtroppo però la
realtà non riflette gli auspici: l'incomprensione della famiglia che
tanto tenacemente aveva desiderato che non ne sopporta volentieri la
rigorosa vocazione intellettuale e lo stile di vita quasi francescano,
l'irriconoscenza di quelle stesse istituzioni per le quali aveva
combattuto, forse la consapevolezza della propria limitazione rispetto
alle ingiustizie del mondo, lo spingono a dedicarsi quasi totalmente alla
letteratura e alle arti, ambito in cui riesce ad esprimere senza ostacoli
la sua interiorità e i suoi valori spirituali.
|
|
|
I beni materiali
non gli interessano e gli basta una robusta bicicletta, sua passione
giovanile, e soltanto una tenda per concretizzare il sogno del
globe-trotter e con l'inarrestabile desiderio di conoscenza continua
girovaga un po' ovunque in Italia, preferendo luoghi di mare, in
particolare Romagna, Puglia, Liguria, ma anche la zona dei laghi e Ticino.
|
|
Meta un po'
effimera del mondo snob degli anni '60, vive per un certo periodo a Capri
dove non gli mancano le occasioni di incontri nell'ambiente culturale e
mondano dell'epoca tra cui, ad esempio, quello con la mitica Brigitte
Bardot e il regista teatrale Achille Millo, anche se l'incontro
significativo è quello con la pittrice conosciuta con il semplice nome
d'arte di Carmelina che lo introduce all'uso dei colori e alle tecniche
della pittura naif. Colori vivaci, soggetti semplici, linee geometriche
essenziali sono le caratteristiche che accomunano la sua pittura a quella
dell'iconografia sacra della religione copta da cui trae spunti quando, decide di trasferirsi in Africa accettando un posto di
insegnante nelle scuole di lingua italiana di Asmara, capoluogo
dell'Eritrea all'epoca dipendenza dello stato Etiope.
|
Merita
l'appellativo di "Poeta del Mar Rosso" dai giornali locali che
anima pubblicando poesie e articoli letterari.
|
|
Il periodo africano
è di gran stimolo per Gino Vecchi: studia l'amarico, si spinge fino e
oltre la mistica e favoleggiata città di Gondar (dove si dice che in qualche
monastero copto venga segretamente custodita la biblica Arca dell'Alleanza
) verso la direzione delle mitiche sorgenti del Nilo
Azzurro e raggiunge nomade tra i nomadi il lago Tana, le cui rive furono
antichi luoghi di devozione paleo-cristiana.
|
|
Ama il sole e
parla con le stelle.
|
Riceve influssi
stilistici dalla tradizionale pittura didascalica
etiope.
|
E' un luogo
ricco di spiritualità essenziale che stride con l'opulenza della vita
europea e che lo spinge a condividere l'ideale missionario quando lo
stesso è davvero rivolto all'aiuto disinteressato ai più bisognosi,
consapevole che le ricchezze materiali non possono dare la felicità
quando non siano condivise con gli altri e crede genuinamente ai principi
samaritani a cui si richiama un'onorificenza che gli viene conferita su
segnalazione di un'associazione culturale locale.
|
|
L'Africa è per
lui l'opportunità di uno scambio culturale reciproco ed è un ulteriore
stimolo per allargarsi a nuovi studi nella vasta gamma dello scibile come
quelli della botanica, erboristeria, medicina.
|
|
L'attrazione per i
luoghi di grande impatto geografico gli fa accettare un nuovo
trasferimento in Sud America quale direttore della scuola del centro
culturale italiano di Buenos Aires, città dove vive una numerosa
comunità di origine italiana. La sua emilianità trova subito una
naturale sintonia con l'esuberante carattere sudamericano.
|
Sente il ritmo
dell'Argentina; vede l'oceano, le immense praterie patagoniche, i vasti
fiumi, le cascate dell' I-Guazu; piange per lo sterminio degli Indios;
arriva a Ushuaia, estremo lembo abitato della Terra del Fuoco, dopo di cui
iniziano solo i ghiacci dell'Antartide.
|
|
|